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Enrico Tallone
editore tipografo · Tallone editore
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Il libro Scultura del pensiero
In un libro non c’è solo il contenuto, il messaggio, il pensiero, ma anche il contenitore, il vestito, la scultura, fatta di carta, inchiostro, caratteri tipografici, sapientemente selezionati e dosati dalle mani del tipografo. Insieme con Enrico Tallone, raccontiamo questo aspetto solido della parola scritta.
a cura di Luigi Ferrando in collaborazione con il Fablab Torino e con il finanziamento della Camera di Commercio di Torino. / Regia di Mariangela Ciriello, parte tecnica di Pantaleo Manera, Border Radio. / Musiche copyleft “Foulitude di Eracilon” e “Blue train di Charlotte Machut” (www.jamendo.com)
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Editore prima, tipografo un attimo dopo, Enrico Tallone fa parte della ristrettissima cerchia di professionisti che è in grado di chiudere il cerchio della cultura del libro, selezionare con cura l’autore, cercare il critico, il filologo ed il curatore giusto, immaginare il volume, scegliere il carattere, la carta, il formato, stamparlo e rilegarlo, per poi distribuirlo in piccole tirature, in ogni parte del mondo. Nella sua squadra, l’intera famiglia che si prodiga per mantenere salda l’eccellenza nello stampare ciò che vale. Nel suo laboratorio macchine da stampa lucide come pianoforti, il torchio e il tirabozze, cassettini colmi di caratteri ordinatamente disposti, nel giardino la locomotiva con cui il laboratorio è giunto ad Alpignano arrivando da Parigi. Una conversazione precisa e ricca di aspetti tecnici riguardo l’equilibrio, il pieno, il vuoto, la simmetria e la cornice. Qualcosa che potrà rimanere impresso.
Note a margine
a cura di Monica Acito
· minuto 1:00 \ Nota 1 \
La pagina scritta è un’architettura armonica, un sapiente bilanciamento di pieni e vuoti: nella pagina c’è il respiro della sezione aurea, c’è il principio d’ordine impresso da Fidia e vi sono le proporzioni che resero immortali le statue greche.
Allo stesso modo, vi è l’equilibrio tra bianco e nero, tra ritmo e contrappunto: ogni riga d’inchiostro è la partitura del libro della “natura”.
Vi è l’alfa e l’omega, lo yin e lo yang che si rincorrono, si contraddicono e poi si abbracciano, allineandosi con cura alla fine della pagina, dove ogni antinomia viene sciolta nel tocco della carta.
· minuto 7:43 \ Nota 2 \
Il media tipografico non è neutro, ma ci parla continuamente: sta a noi decodificarne il linguaggio.
Con antica voce latina, parleremo di consequentia, che è il connubio perfetto tra stile e contenuto, forma e sostanza.
La tipografia avvolge e accompagna i contenuti, e lo fa servendosi dei suoi strumenti d’eccellenza: il font con le sue peculiarità, le grazie, il corpo del testo, che è come il corpo dell’essere umano, con i suoi organi e la sua sensibilità, l’interlinea, la densità di pagina e la carta, ruvida o liscia, scorrevole e vellutata.
Il canone di bellezza aleggia tra le pagine, insieme all’inchiostro; tutti questi elementi, mescolati con cura, sono in grado di restituirci la cifra stilistica del testo.
· minuto 10:17 \ Nota 3 \
La filologia è una nobile arte dal respiro medievale, che rievoca le mani dei copisti amanuensi e la penombra delle antiche biblioteche e scriptoria: è un atto d’amore che porta alla ricostruzione di un manoscritto, nella sua forma originaria; è una lotta contro l’erosione del tempo e della memoria.
La filologia è saldamente intrecciata con la tipografia e l’editoria: la tipografia è l’arte della stampa, mentre l’editore, invece, sceglie con cura i testi da stampare e le edizioni critiche.
Quando la figura del tipografo e dell’editore coincidono, accade qualcosa di unico.
· minuto 27:55 \ Nota 4 \
A duecento anni dal Manuale Tipografico di Giambattista Bodoni, l’Editore Tallone dà alla luce un nuovo manuale sinestetico: possiamo toccare con mano l’essenza materiale e spirituale del libro, respirarne profondamente l’odore e accarezzarlo con lo sguardo. I sensi sono continuamente stimolati, come in una sinfonia che fa vibrare tutto il corpo: la sinestesia avvolge tutte le nostre sfere sensoriali come una carezza misteriosa. La percezione del libro è percezione di materia, oltre che di concetti: tutto ciò contribuisce a creare una vera e propria scultura del pensiero, che si delinea nella nostra mente come una delicata metafora dell’esistenza.
· minuto 45:48 \ Nota 5 \
La filigrana è una vera e propria scultura di luce per impedire la contraffazione della carta, e la impreziosisce come un gioiello che risplende sulla bianca carne di una donna.
Charles-Moïse Briquet ha raccolto personalmente più di 40.000 disegni di filigrane, classificandoli accuratamente: ogni disegno, nelle sue linee di chiaroscuri, racconta una storia irripetibile. Vi è il simbolo dell’unicorno e quello del cavallo rampante: proteggono la carta con la loro forza plastica e il loro spirito possente; dal Medioevo in poi se ne sono affermate anche altre, come la filigrana del cappello del vescovo e quella a grappolo d’uva.
In Francia abbiamo l’immagine di filigrana colombienne, che ricorda la gabbia dei colombi: in Italia prenderà il nome di carta della palomba.
Anche il Vaticano ha avuto il suo formato di filigrana, chiamato Tremonti: i tre monti, sono quelli del Calvario.
· minuto 51:23 \ Nota 6 \
Se il testo fosse un organismo vivente, il corpo sarebbe senz’altro la sua carne.
Ogni carattere del corpo del testo racconta una storia diversa, perché ha appunto peculiarità che differiscono l’una dall’altra.
Il carattere Bodoni, disegnato appunto da Giambattista Bodoni, è il classico esempio di carattere moderno con grazie: è caratterizzato da un contrasto tra linee sottili e linee più spesse.
Il Garamond invece, è chiamato così in onore del tipografo francese del XVI secolo Claude Garamond: ha uno stile prezioso e rinascimentale, è uno dei più usati nell’editoria ed è stato il carattere ufficiale per la corrispondenza del Gruppo Ferrovie dello Stato.
E che dire del corsivo di Aldo Manuzio? Nume tutelare dei tipografi, divulgatore di Pietro Bembo ed emblema del Cinquecento italiano, il veneziano Manuzio innescò una vera e propria rivoluzione col suo corsivo, pensato come riproduzione della calligrafia cancelleresca.
Infine, vi è il corsivo arioso e leggero di Tallone, che con la sua eleganza entusiasma e non stanca mai il lettore: può tranquillamente sostenere libri fino alle quattrocento pagine.
· minuto 58:11 \ Nota 7 \
Il bianco della pagina è come un cielo immenso e pieno di nuvole sfumate, o come un mare all’alba che si increspa placido; può capitare che delle onde vaghino solitarie, senza una meta. Non è raro imbattersi in righe orfane e righe vedove, perdute nel bianco sterminato della carta: hanno perso i loro padri e i loro mariti, ed è compito dell’editore riunire questi antichi legami di amore e parentela, servendosi di un nero tratto di inchiostro che potrà ricongiungere gli abbracci spezzati. La vedova è una linea tipografica incompleta, che si trova alla fine di un periodo a cui segue un capoverso; l’orfana è una linea tipografica che resta invece isolata alla fine della pagina. Niente paura: in editoria, come nella vita, non è mai troppo tardi per tornare da chi amiamo!
Bibliografia
Enrico Tallone, Manuale tipografico : dedicato alle carte, filigrane e inchiostri, Tallone Editore, Alpignano, 2013;
Giambattista Bodoni, Manuale tipografico del cavaliere Giambattista Bodoni, Holland Press, Londra, 1960;
Charles M. Briquet, Les filigranes : dictionnaire historique des marques du papier, Hildesheim, New York, 1977;
Giovanni Ragone, Un secolo di libri. Storia dell’editoria in Italia dall’unità al post-moderno, Einaudi, Torino, 1999;
Gianfranco Tortorelli, L’inchiostro sbiadito. Studi di storia dell’editoria, Pendragon, Bologna, 2008:
Gian Carlo Ferretti, Storia dell’editoria letteraria in Italia, 1945-2003, Einaudi, Torino, 2004;
Simon Garfield, Sei proprio il mio typo. La vita segreta delle font, Ponte delle grazie, Milano, 2012;
Andrea Gasparinetti, Carte, cartiere e cartai fabrianesi, in Risorgimento grafico n. 9-10, Milano, 1939;
Andrea De Pasquale, Il progetto tipografico del libro: Bodoni e i Tallone, Museo Bodoniano, Parma, 2009.